Thursday, October 11, 2012

Romani striscianti


A tutte le donne è successo, ma poche hanno il coraggio di raccontarlo: quando un viscido  punta la sua preda non c’è scampo. Diventa insistente, intrigante, improvvisamente ricco, noiosamente ignorante e chi più ne ha più ne metta.
Quindi per le future vittime, e per far divertire un po’ tutti gli altri, ecco  a voi i tre soggetti da evitare a Roma Nord (perchè ormai solo Roma Nord fa tendenza).



Borus sic et simpliciter

Doppio taglio, camicia a quadri con le maniche corte e pantaloni scoloriti. Gironozola tutto solo davanti all’ingresso del Nice finchè non individua due ragazze che si accingono a fare la fila. “Cèèè, state sole?Chepossoentàcovvoi?” Le due si guardano, non sanno che inventarsi, ed eccoli là a fare la fila insieme. E allora lui attacca “Cèè perchè qua comunqueee è giusto che faccIno ‘na scrematura all’entrata sennò entrerebbe daVero chiunque.” E non contento continua “Ma voi dove annate all’unviersità?”  “Alla Luiss”
“Ah...ecchè?”. Dopo un momento di lieve imbarazzo una delle ragazze lo incoraggia “Tu invece che fai?” “Io inizierò a lavorare per mio padre che fffaaa il Parkingassistantveryimportanpeoplencc” ( lo dice molto in fretta cercando di assumere uno sguardo intrigante) “.....Cioè?” “Er parcheggiatore nnpratica” .
E a questo punto inizia a guardare per terra e il petto si sgonfia, ma non contento continua “Simmaa cioè mo lui guadagna sscinquemila euri al mese e io inizio co’ milleccinque”.
Evitiamo di riportare ulteriori dettagli della conversazione e andiamo direttamente alla fase dell'ingresso al locale in cui il tale diventa spavaldo “Dai ve porto a bbè ‘na cosa ar chioschetto dall’altra parte della strada, è carino viggiuro. N’amico mio me ne ha parlato bbene. Dai che vve va, qua costano ‘na cifra li coccheteil, sennò pure pure” E dopo questa splendida performance, le due ragazze “devono proprio andare in bagno.”



Coito ergo sum

Questo splendido esemplare di viscido , tra i 27 e i 30 anni, di solito sta in agguato tra i tavolini di Jarro e Aristocampo, a seconda dei giorni della settimana. Vorrebbe tanto andare da Massimo, perchè l’annata '96 lo attira, ma la disposizione dei tavoli non gli permetterebbe di agire senza essere guardato male. Parcheggia il mercedes SLK vecchio modello (perchè vorrebbe, ma non può) sulle strisce pedonali, si tira su le maniche della giacchetta hipster per mettere in mostra il Rolex ( che sta pagando con Scomode rate) e si sdraia sui tavoli insieme a qualche amico per parlare del tavolo PAZZESCO che hanno fatto all’ART la sera prima. 
 Di solito se la vittima ha 15 anni di meno, il viscido si limita a guardarla e a fare commenti osceni, noncurante del vocabolario di greco che questa porta sottobraccio o degli adesivi appiccicati alla macchinetta. Quando però la sventurata ha superato la maggiore età e si siede qualche tavolino più in là, le occhiate si fanno insistenti e vengono seguite da uno shottino offerto a lei e alle amiche racchie (non giudicatelo spilorcio, sta ancora pagando le rate). Da li in poi è tutta in discesa, si siede accanto a lei e inizia a parlarle di uno Yatch che non è suo e di viaggi che ha fatto solo su Google. La invita al Tennis Club Parioli , ma lei non gioca, la invita a cena all’Argentario, ma lei non mangia, la invita ad una mostra, ma lei c’è già stata, la invita a casa sua...e lei si è alzata e se ne è andata.



In vino blateras

Mesi di evoluzione della specie romana e attenti studi dei laboratori Garnier hanno prodotto lui: il bhoémien.
Forse un tempo lavorava al Piper e al Gilda Young, ma oggi è un altro uomo. Porta gli occhialetti tondi e trasuda cultura da tutti i pori: studia, ma nessuno sa cosa, legge ma nessuno sa come, insomma un vero mistero. Questo essere va a caccia con un solo amico, che gli possa fare da spalla, e per assumere l’aria da bello e dannato deve sempre bere un sacco di vino. Fatto ciò segue sempre lo stesso giro: Campo dei Fiori, Piazza Navona, Bar della Pace, Bar del Fico, Maison. Italiane, americane, spagnole, polacche...non importa, basta che pendano dalle sue labbra. E’ un mago del travestimento, raccoglie tutte le informazioni che ha sentito nell’ultima settimana e diventa un supercolto affascinante. Solitamente a un certo punto, dopo averla fatta sentire la donna più speciale di tutto il bar, si mette a due centimetri di distanza dal suo viso e le dice “ Ti metto in imbarazzo? Non riesci a mantenere il controllo eeeeh?” poi si inventa che sua madre produce il Labello e che da esperto qual’è deve “assaggiare” il suo per verificare che sia alla ciliegia. Qualche ora dopo lo troverete nella via di casa mentre trascina per i piedi la ragazza tramortita mentre l’amico gli tiene il portone aperto.


NB

Non sono stati inseriti i professori universitari con l'occhio lungo e qualche anno di troppo poiché facenti parte di una categoria a cui non è ancora stato dato un nome.




Wednesday, October 3, 2012

Lei è hipster, ma non lo sa (forse)



"Cena al Pigneto e poi tornano a casa che al Fish'n'Chips oltretutto c'è fila"
"Il termine hipster nasce negli anni Quaranta e si fa risalire a hop, un termine gergale che sta per oppio”.Chiude il portatile divertito e la guarda sperando che l'insolita ricerca faccia ridere anche lei.*
Marta lo guarda, o almeno finge di farlo, mentre si gira un drummino e pensa che non va a San Lollo da un paio di settimane: frangetta corta, cortissima, Vans e un piercing sul sopracciglio destro. Per il resto è una ragazza come tante altre - se non fosse per la borsa di stoffa rossa e verde che usa in qualsiasi occasione.
Vive in una graziosa traversa di via Tagliamento con mamma, papà, due fratelli e un criceto; bazzica a piazza Mincio e fuma erba quando non ha sonno.
“Si ma chi è questa gente??Dove va??Che fa??Che vuole?” Non frequenta il bar della Pace, altrimenti lo saprebbe.

L’hipster medio ha smesso di mangiare da almeno un paio di mesi -il viso smunto e pallido è una caratteristica essenziale- veste vintage, ma i negozi di Via del Governo oltre a puzzare sono troppo costosi, quindi va da Zara. Si aggira per il centro, dove purtroppo vive poverino, con una sigaretta un pò storta tra le dita e i capelli scompigliati (se lunghi è meglio). Quando si siede l’orlo dei pantaloni striminziti sale fin sopra la caviglia e guardacaso si intravedono i calzini a righe ( Gallo). Puzza di vino rosso e in ogni frase cerca di infilare almeno un inglesismo o due. 
Nel quartiere di Marta l'hipster si vede di rado poichè non ha mezzi di locomozione, o finge di non averli per poter investire in alcol più che in benzina. Di mattina è pressoché impossibile incrociarlo, ma dalle quattro in poi ogni mostra d'arte può andar bene e se quella sera si sente in forma smagliante azzarda un Circolo degli Artisti. E' sempre alla ricerca di qualche minorenne un pò svampita con cui fare il colto ( nell'ultimo anno si è registrato un misterioso attaccamento di questi baldi giovani a Wikipedia ) se non fosse che già alla terza uscita la frase "Come sei intelligente!" non fa più lo stesso effetto e  il nostro eroe guardacaso ha appena trovato uno stage a Tibuctù nella nuova compagnia circense del vecchio manager dei Joy Division, quindi scompare in una nube di profumo scadente.
Purtroppo per noi, l'hipsterismo non è sempre facile da individuare: si nasconde dietro i giornali di musica britannica e sotto ogni vecchia poltrona di pelle che trova. Ma c'è da dire che il gusto dei nuovi radical porta con sé anche qualcosa di buono, come la capacità di apprezzare la musica degli anni Sessanta e Settanta.

Marta in camera sua  ha una notevole collezione di vecchi vinili del padre che ascolta regolarmente. Giovanni - oramai John per gli amici- inizia a guardarli mentre lei cerca le chiavi della Vespa: Beatles, Clash, Pink Floyd...
Mentre contempla la simpatica linguaccia dei Rolling Stones, un pensiero gli passa per la testa, ci riflette un attimo e poi si illumina:" Sicuramente non hai mai sentito i Cani!"




* primo sintomo : l'hipster odia gli hipster.